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08/11/2016

L’EDICOLA DEI CONSULENTI DEL LAVORO
A cura della Fondazione Studi
A tutti Voi un ottimo di tutti
Il Presidente Regionale
Anna Maria Granata
Contenuti a cura di eDotto
 
Lavoro
di Rossella Schiavone
Ai sensi dell’art. 46, comma 3, D.Lgs. n. 81/2015, come modificato dal correttivo al Jobs Act,:
  • i committenti imprenditori non agricoli o professionisti che ricorrono a prestazioni di lavoro accessorio sono tenuti, almeno 60 minuti prima dell'inizio della prestazione, a comunicare alla sede territoriale competente dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro, mediante sms o posta elettronica, i dati anagrafici o il codice fiscale del lavoratore, indicando, altresì, il luogo, il giorno e l'ora di inizio e di fine della prestazione;
  • i committenti imprenditori agricoli sono tenuti a comunicare, nello stesso termine e con le stesse modalità di cui sopra, i dati anagrafici o il codice fiscale del lavoratore, il luogo e la durata della prestazione con riferimento ad un arco temporale non superiore a tre giorni.
La Regione Sicilia, con nota prot. n. 53459 del 19 ottobre 2016, ha comunicato gli indirizzi di posta elettronica degli Ispettorati Territoriali del lavoro a cui inviare le comunicazioni in questione, specificando che i nuovi obblighi sono dettagliatamente descritti nella circolare n. 1/2016 dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro.
In data 3 novembre 2016, con nota prot. n. 56044, la Regione Sicilia ha comunicato nuovi e diversi indirizzi di posta elettronica, in sostituzione dei precedenti, a cui trasmettere le comunicazioni per le prestazioni di lavoro accessorio, con le modalità già previste dalla citata circolare ministeriale.
Il formato dei nuovi indirizzi è il seguente: voucher.ispettorato.città@regione.sicilia.it
di Rossella Schiavone
L’utilizzo di GPS su veicoli aziendali, rientra nel campo di applicazione della normativa sul controllo a distanza dei lavoratori, disciplinato dall’art. 4 della Legge n. 300/1970 (Statuto dei Lavoratori) per cui, in linea generale, la loro installazione deve seguire ad accordo stipulato con le RSA/RSU o, in mancanza, ad autorizzazione delle Direzioni Territoriali competenti.
Tuttavia, il nuovo testo della norma, come modificato dal Jobs Act stabilisce che l’accordo e l’autorizzazione non sono necessari per gli strumenti utilizzati dal lavoratore per rendere la prestazione lavorativa.
In forza di ciò, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, con circolare n. 2 del 7 novembre 2016, ha chiarito che solo in casi del tutto particolari i GPS si trasformano in veri e propri strumenti di lavoro con la possibilità, quindi, di prescindere dall’intervento della contrattazione collettiva e dal procedimento amministrativo di carattere autorizzativo.
I casi particolari si verificano:
  • quando la prestazione lavorativa non può essere resa senza ricorrere all’uso di tali sistemi di localizzazione;
  • quando l’installazione è richiesta da specifiche normative di carattere legislativo o regolamentare ,come per i GPS in caso di trasporto di portavalori superiore a euro 1.500.000.
di Gioia Lupoi
L'Inps ha terminato la contabilizzazione delle inadempienze di contributi per colf e badanti accertate al 31 dicembre 2015.
Il 2 dicembre 2016 consegnerà i crediti all'agente della riscossione.
Pertanto, chi è in debito con i contributi per i lavoratori domestici riceverà le cartelle di pagamento con l'avviso di addebito dell'Inps.
Ne dà notizia l'Istituto con messaggio n. 4266/2016.
Oggetto delle notifiche:
  • inadempienze accertate e confermate, per le quali non risultano acquisite domande di dilazione di pagamento;
  • inadempienze confermate con domanda di dilazione revocata, per la quale non risultano pagamenti;
  • inadempienze con presenza di domanda di dilazione per la quale risultano pagamenti parziali (per queste l'Inps lascia la decisione alle sedi territoriali se procedere o meno al pre-infasamento).
Si segnale, inoltre, che l'Inps sta notificando ai soci delle società trasformate nel corso della finestra chiusa al 30 settembre 2016, nell'ambito delle trasformazioni “agevolate” in società semplici, le richieste di iscrizione alla gestione previdenziale degli esercenti attività commerciali. Tali richieste scattano in automatico senza verificare i requisiti.
di Rossella Schiavone
L’INPS, con messaggio n. 4381 del 2 novembre 2016, ha comunicato di aver effettuato le consuete attività di disposizione della rata di pensione di ottobre 2016.
Le attività effettuate sono le seguenti:
  1. riliquidazione delle pensioni ai superstiti interessate dalla sentenza n. 174/2016 della Corte Costituzionale;
  2. conguagli da mod. 730/2016;
  3. delle prestazioni assistenziali per le quali, sono pervenute le dichiarazioni di ricovero relative al 2014;
  4. ricostituzione delle prestazioni degli invalidi civili interessate dalla sospensione per assenza a visita di revisione;
  5. ricostituzione d’ufficio delle pensioni della gestione privata interessate da variazioni anagrafiche;
  6. ricostituzione delle pensioni finalizzata alla gestione fiscale dei soggetti;
  7. ricostituzione delle pensioni previdenziali private e delle prestazioni assistenziali confermate a seguito di revisione sanitaria;
  8. elaborazione, sulle pensioni delle gestioni private, delle somme aggiuntive segnalate tramite la procedura booking office.
Conguagli da 730/2016
Sulla rata di novembre sono stati operati i conguagli non completati nei mesi precedenti ed è stata operata l’eventuale trattenuta della seconda rata d’acconto Irpef e/o cedolare secca presente nel mod. 730/4.
L’Istituto ha tenuto conto delle eventuali richieste di variazione o annullamento presentate dai contribuenti e, qualora l’acquisizione della richiesta non sia avvenuta in tempo utile per l’elaborazione della rata di novembre, le eventuali maggiori trattenute saranno rimborsate sulla rata di dicembre.
Qualora la trattenuta sia risultata maggiore degli emolumenti a disposizione gli importi residuali saranno trattenuti sulla successiva rata di dicembre.
 
Fisco
di Gioia Lupoi
La direttrice dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, in audizione nelle Commissioni bilancio Senato e Camera riunite, ha analizzato la futura legge di bilancio 2017.
Nel disegno di legge in discussione, rileva la Orlandi, non ci sono solo incentivi alle forze direttamente trainanti l’economia, ma anche provvedimenti destinati ai singoli individui, misure che abbracciano sia la sfera fiscale sia quelle previdenziale e assistenziale: in sostanza, una forte politica di sostegno.
Tra i temi trattati dalla direttrice: il bonus ricerca e sviluppo, la nuova Iri, il regime di cassa per quelli in contabilità semplificata, super e iper ammortamenti, lavori condominiali, premi di risultato e welfare aziendale, il regime opzionale per le persone fisiche che si trasferiscono in Italia.
IRI
L’introduzione della nuova imposta sul reddito d’impresa (Iri), spiega la Orlandi, era attesa da molto tempo da parte degli operatori economici come segno di un cambiamento importante e strutturale della tassazione, teso a dare alle imprese individuali una imposta “propria”, in omaggio alle esigenze di equità del prelievo.
Il regime opzionale è destinato agli imprenditori individuali e alle società di persone commerciali (Snc e Sas) in contabilità ordinaria. Con l'opzione il reddito d’impresa del contribuente non concorrerà più, ai fini Irpef, alla formazione del reddito complessivo, ma sarà tassato con la medesima aliquota (24%) prevista ai fini Ires, mentre le somme che l’imprenditore (o i soci della società di persone) ritrae dall’impresa verranno tassate, ai fini Irpef, come reddito ordinario soggetto alla progressività propria del tributo.
Le somme saranno deducibili dal reddito d’impresa.
Gli imprenditori individuali, si legge nella relazione, per la parte di reddito reinvestita nell’azienda non sono assoggettati a tassazione progressiva, che viene, invece, operata all’atto del prelievo del reddito dall’impresa.
Con l’opzionalità, il legislatore ha inteso salvaguardare l’esigenza di lasciare l’imprenditore individuale o le società di persone interessate dalle novità libere di scegliere la forma di tassazione cui essere assoggettati.
Nei fatti, separando il reddito dell’azienda da quello dell’imprenditore, il disegno di legge di bilancio riconosce l’utilità sociale della patrimonializzazione e dell’investimento nell’impresa.
di Cinzia Pichirallo
Il ministero dello Sviluppo Economico ha attivato, con avviso pubblico, la misura destinata a promuovere la realizzazione di una o più iniziative imprenditoriali nell’area di crisi industriale complessa del Polo produttivo ricompreso nel territorio dei Comuni di Livorno, Collesalvetti e Rosignano Marittimo, finalizzate al rafforzamento del tessuto produttivo locale e all’attrazione di nuovi investimenti.
L'avviso pubblico è stato diffuso con la circolare 4 novembre 2016, n. 107080.
Le agevolazioni possono beneficiare di risorse pari a 10 milioni di euro.
Iniziative imprenditoriali da intraprendere
I soggetti partecipanti devono:
- prevedere la realizzazione di programmi di investimento produttivo e/o programmi di investimento per la tutela ambientale, eventualmente completati da progetti per l’innovazione dell’organizzazione;
- prevedere iniziative che comportino un incremento degli addetti dell’unità produttiva oggetto del programma di investimento.
Devono essere posti in essere programmi di investimento con spese ammissibili di importo non inferiore a euro 1.500.000,00.
Agevolazioni riconosciute
Le agevolazioni, indica la circolare n. 107080/2016, sono concesse nella forma di contributo in conto impianti, dell’eventuale contributo diretto alla spesa e del finanziamento agevolato, entro i limiti previsti dal regolamento (UE) n. 651/2014 (“Regolamento GBER”).
Può essere erogato un finanziamento pari al 50% degli investimenti ammissibili. Il contributo in conto impianti e l’eventuale contributo diretto alla spesa sono complessivamente di importo non inferiore al 3% della spesa ammissibile.
Domande
Le domande di agevolazione devono essere presentate:
- da imprese già costituite in forma di società di capitali;
- da società cooperative;
- da società consortili.
L'invio dell'istanza deve avvenire all’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa S.p.a. – Invitalia (Soggetto gestore) a partire dal 6 febbraio 2017 e fino al 7 marzo 2017, secondo le modalità e i modelli indicati nell’apposita sezione dedicata alla legge n. 181/1989 sul sito di Invitalia.
E' condizione essenziale che sia avvenuta la registrazione presso la Corte dei conti dell’Accordo di programma.
di Roberta Moscioni
Sono all'esame delle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera gli emendamenti presentati dalla maggioranza al Decreto legge fiscale. L'intenzione è quella di chiudere il provvedimento al più presto, così da consegnare il Dl collegato alla Manovra di bilancio 2017 all'Aula di Montecitorio per la giornata di giovedì 10 novembre.
In primo luogo si è affrontata la questione delle inammissibilità, che ha visto cadere oltre 350 emendamenti dei 1.018 totali presentati. A farne le spese, fin da subito, sono state quelle proposte di legge che hanno mostrato una chiara estraneità per materia o che sono state penalizzate dall’introduzione di nuove o maggiori spese, come, per esempio, le norme sul regime fiscale del comune di Campione d’Italia ed il contributo di 2 milioni per la salvaguardia della spiaggia di Castelporziano.
L'attenzione dei parlamentari si concentra, invece, su quegli emendamenti che provano a riscrivere la norma del Dl fiscale sulla dichiarazione integrativa, sulle semplificazioni per dogane e accise e sull’estensione del ravvedimento anche ai tributi doganali e alle accise.
Dichiarazione integrativa
La principale novità sul tema è contenuta nell'emendamento (5.2) del Pd, primo firmatario Michele Pelillo, che apre anche all'Imposta sul valore aggiunto la dichiarazione integrativa a favore. Così, analogamente alle imposte dirette e all'Irap, anche per quanto riguarda l'Iva viene sancito che il credito maturato dall'integrativa a favore può essere chiesto a rimborso o speso in compensazione con debiti maturati a partire dal periodo d’imposta successivo a quello in cui è stata presenta la dichiarazione integrativa.
Inoltre, per restare in linea con le esigenze erariali e con le norme in vigore, non viene fissato alcun limite alla compensazione nel caso di errori contabili sulla competenza e viene chiarito espressamente che il contribuente può far valere le situazioni a proprio favore anche in sede di accertamento e contenzioso.
Trasformazione Equitalia e rottamazione cartelle
Gran parte dell'esame parlamentare resta incentrata sui temi più propriamente fiscali, come la trasformazione di Equitalia in ente pubblico economico e la rottamazione delle cartelle. A tal proposito, sono stati presentati alcuni emendamenti che vogliono abolire l'aggio o che almeno vogliono dimezzarlo. Ma, soprattutto, si vuole evitare che a partire dal 23 gennaio 2017, che è il termine fissato per la presentazione delle istanze di adesione alla rottamazione delle cartelle, tutto torni come prima e, quindi, per questo motivo è necessario rivedere insieme alle rateizzazioni anche il sistema sanzionatorio e l'aggio. Quest'ultimo infatti dovrebbe essere cancellato – a partire dal 1° luglio 2017 - contestualmente alla trasformazione di Equitalia.
Per quanto riguarda la rottamazione delle cartelle, questa viene estesa anche all'anno 2016 ed, inoltre, sarà allargata anche ai comuni che non utilizzano Equitalia come società di riscossione (circa 4.500 comuni che oggi non si avvalgano del sistema di Equitalia, ma riscuotono attraverso l’ingiunzione di pagamento). Rimane da sciogliere, invece, il nodo della copertura finanziaria riguardo all'ampliamento del numero delle rate entro cui si potrà saldare la sanatoria con la Società di riscossione.
Dogane e accise
Alcuni emendamenti sono finalizzati ad introdurre semplificazioni tra gli adempimenti, tra cui anche quelli che riguardano le Dogane e le accise.
Alcune norme riguardano, infatti, modifiche al testo unico delle accise; tra queste quelle che vedono l'introduzione del contraddittorio preventivo anche in materia di accertamento delle accise: entro 60 giorni dalla notifica del Pvc il contribuente può presentare osservazioni e richieste prima della notifica dell’avviso di pagamento. Analogamente, un altro emendamento prevede la dilazione in due rate per il pagamento delle imposte da parte dei titolari di depositi fiscali in difficoltà.
Tra le ipotesi, poi, la chiusura delle liti pendenti per violazioni in materia di accisa su prodotti energetici, alcol e bevande contestate prima del 1° aprile 2010.
 
Professionisti
di Roberta Moscioni
Il 31 dicembre 2016 scade il biennio di valutazione 2015-2016 della Formazione Continua Obbligatoria dei Consulenti del lavoro.
Tutti gli iscritti all'Albo, entro tale termine, devono aver conseguito almeno 50 crediti formativi, di cui 6 nelle materie di ordinamento professionale e codice deontologico. L'obbligo minimo è di almeno 16 crediti per ciascun anno.
I nuovi iscritti hanno un obbligo di formazione che decorre dal mese successivo all'iscrizione all'Albo ed il numero totale dei crediti del biennio viene riproporzionato in base alla durata.
La dichiarazione che attesta l'assolvimento dell'obbligo formativo, relativo al biennio 2015-2016, dovrà essere presentata da ogni Consulente del Lavoro al Consiglio Provinciale, entro il 28 febbraio 2017.
Tale dichiarazione deve essere corredata dell'elenco sia delle attività formative tenute dal professionista (docenze, pubblicazioni, etc., per un massimo di 30 crediti), sia degli eventi formativi seguiti. La mancata presentazione della dichiarazione, che attesta la formazione professionale svolta, costituisce illecito disciplinare.
Dimissioni online guida aggiornata
Alla luce delle nuove regole in materia di dimissioni online, introdotte dal correttivo al Jobs act, la Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro ha predisposto un documento chiaro e molto semplice con il quale risponde alle principali domande inerenti la nuova modalità di dimissione dei lavoratori e di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, che devono essere effettuate in modalità esclusivamente telematiche.
Si tratta di una breve guida dedicata proprio ai lavoratori che si troveranno nella delicata situazione di presentare le dimissioni, in questa prima fase di applicazione del modulo telematico, attraverso la procedura online.
di Alessia Lupoi
Sul sito internet della categoria dei Consulenti del Lavoro è disponibile alla lettura il primo rapporto del 2016 sulle cessazioni dei contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti, nel quale questi risultano diminuiti del 6% rispetto ai contratti stipulati prima del Jobs Act; 9% rispetto ai contratti stipulati prima del 2014.
Nel rapporto dell’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro, i professionisti analizzano l’incidenza delle cessazioni dei detti contratti durante il primo anno di loro applicazione.
IL RAPPORTO del 2016
L’analisi risponde con accuratezza al quesito sulla tenuta dei nuovi contratti a tempo indeterminato, poiché le recenti informazioni sull’aumento dei licenziamenti non consentono di verificare esattamente se le cessazioni abbiano interessato i contratti a tempo indeterminato stipulati prima del 7 marzo 2015, data di entrata in vigore del regime a tutele crescenti.
Il documento pone, nel dettaglio, a confronto le cessazioni dei contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti stipulati nel 2015 con le cessazioni dei contratti analoghi stipulati negli anni in cui vigeva l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori.
Ad un anno di vita, quanto emerge dal rapporto dell'Osservatorio Statistico dei CdL, é che sono cessati il 38,4% dei contratti a tutele crescenti, a fronte del 44,4% degli attivati nel 2014 e del 47,4% della media dei contratti stipulati tra il 2011 e il 2013. Pertanto, leggiamo, con il regime delle tutele crescenti i contratti a tempo indeterminato si interrompono in misura inferiore rispetto agli analoghi contratti attivati nel 2014 (-6 punti percentuali) e rispetto alla media dei contratti registrata negli anni 2011-2013 (-9 punti percentuali).
LE CAUSE
I motivi che hanno determinato le cessazioni: l’11,8% dei contratti a tutele crescenti si è concluso per motivi economici con una flessione di 2 punti percentuali rispetto al 2014 e con un -3,4% rispetto alla media del triennio 2011-2013; suii contratti a tutele crescenti cessati per motivi disciplinari, l’Osservatorio evidenza, viceversa, che hanno riguardato solo l’1,2% dei casi, sostanzialmente in linea con il 2014 (1,1%) e in riduzione dello 0,4% rispetto alla media del periodo sopra considerato, ovvero i tre anni dal 2011 al 2013 (1,7%).
Con il contratto a tutele crescenti, però, sono i giovani fino a 24 anni a registrare la più alta probabilità di rimanere a lavoro: rispetto al 2014, le cessazioni diminuiscono del 10% per questa fascia d’età e dell’8% nella fascia di età compresa tra i 25 e 34 anni.

 

 
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